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L'autore dedica il libro alla memoria del padre Mario, prigioniero a Dachau. Sopravvissuto agli orrori del campo di concentramento, Mario torna a casa con il ricordo di quei crimini che non lo abbandonerà mai. Finire in un lager non da eroe ma per una ragazzata, per un gesto d'amore, questo è accaduto al giovane abruzzese di leva, che, sfidando la sorte per rivedere la sua fidanzata Velia, al rientro in caserma viene invece arrestato per diserzione e messo in prigione. Il racconto passa tra episodi di orrore accaduti nel lager, a momenti di vita nella piana del Fucino: il ritorno a casa, il ritrovare una famiglia disperata per la recente scomparsa anche di un altro figlio, la fatica di accettare che la sua Velia è scappata con un altro e non ha atteso il suo ritorno... Ma pian piano il paese si avvia alla rinascita con la gestione della terra e Mario riprende in braccio la fisarmonica ricominciando a suonare quei brani che un tempo erano fonte di gioia e allegria.